Le persone che hanno tribolato nella vita si dividono in due categorie: quelle che non accettano i colpi avversi del destino, e quelle che riescono a metabolizzare il male come parte dell'esistenza. Le prime sviluppano un rancore sordo nei confronti del mondo, le seconde una consapevolezza che le rende più sensbili e disponibili verso gli altri. Entrare in contatto con la morte, anche per poco, cambia la percezione delle cose. Tutto si relativizza. Ciò che sembrava importante, di colpo perde valore, mentre si aprono squarci in cui affiorano gli interrogativi primari: chi siamo? Dove andiamo? E perché? E' la nostra parte spirituale che si fa avanti, diradando le nebbie del consumismo e dell'edonismo esasperato.
Giancarlo Berardi, Il diario di Julia, giugno 2012
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